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25 agosto 2024
25 agosto 2024
“Una storia al giorno”
LE PERSONE CAMBIANO I TEMPI O I TEMPI CAMBIANO LE PERSONE?
Alassio, estate 1967, quindi avevo tre anni compiuti. Il bimbo seduto sulla sabbia con lo sguardo da toro seduto e sguardo fulminante, ebbene sono io, e l’uomo accanto a me, mio nonno paterno Giuseppe. Mio nonno era direttore di banca alla filiale di Orta, alla Cassa di Risparmio delle Province Lombarde (CARIPLO) e mio papà cassiere nella filiale di Gravellona Toce. Gli impiegati avevano diverse convenzioni ai tempi, e una di queste era LA CASA AL MARE, un hotel riservato ai dipendenti Cariplo, con tanto di parco e spiaggia. Nonostante siano passati molti anni, (57 per la precisione) i ricordi di quelle vacanze sono ancora molto presenti nella mia memoria.
Ricordo il profumo dei fiori nel parco, che si confondeva con l’odore della ferrovia che passava proprio di fronte a noi, l’indimenticabile vecchio odore del ferro dei binari e sassi incatramati delle linee ferroviarie che costeggiavano le coste italiane, misto a salsedine che arrivava con la brezza marina. Per accedere alla spiaggia si attraversava un sottopasso che bypassava la ferrovia e la strada litoranea che da Alassio portava verso ponente a Laigueglia. Tutto quel lungomare che ancora oggi come allora è adornato da un filare di pini marittimi, palme e oleandri. Un parco immenso, quello dell’hotel, che andava dalla spiaggia fino in collina, con una lunghissima scalinata che portava ad una terrazza panoramica coperta da un pergolato pieno di piante, specialmente glicini. Tipico particolare che si trova in diverse ville sulla costa ligure. Ricordo una sala da pranzo grandissima, con tantissime vetrate, e sotto di essa una rimessa di biciclette e passeggini a disposizione delle famiglie. Nell’entrata a porte inglesi, si entrava in una hall con la reception proprio di fronte, e la cosa che mi colpì fu vedere un grandissimo pesce spada in mostra ai clienti, preda che sarebbe diventata la cena di molti.
Spesso prima di andare in spiaggia, si andava a fare due passi sul lungomare, e mia tappa fissa era una piccola pista di macchinine elettriche simili go kart ma più squadrate, che andavano a 100 lire, proprio come i juke box, e naturalmente mio nonno, era il mio pusher di monete! Alla sera dopo il tramonto, il parco si accendeva di mille piccole luci che volavano in tutte le direzioni, dando un magico effetto in stile avatar. Chi da bambino non ha provato a tenere in un barattolo di vetro una manciata di lucciole per poi trovarle con delusione alla mattina senza vita sul fondo dello stesso barattolo? Nella foto ho esattamente l’età del mio nipotino Leo, figlio di mia figlia Giorgia e per quanto entrambi bimbi svegli, era ed è un po’ complicato spiegare a tre anni il senso della vita e della morte.
La cosa curiosa, che è anche il tema di questa storia, è che mio nonno in foto ha poco più l’età che ho io ora. Nel 1967 aveva 66 anni. Quindi bene o male le stesse distanze di età tra nonno e nipote di ieri e di oggi. Spesso mi sono chiesto se sono io che vedo le cose in senso distorto, o se veramente ci sono differenze così evidenti. Ovvero: guardo l’immagine e io dovrei vedere in quell’uomo, quello che sono io oggi. Ma non è quello che vedo. Vedo in me, sicuramente una persona di una certa età, ma non così “anziana”. Credo che sia l’insieme di molti fattori. E forse è corretto quando si sente dire che i sessanta di oggi sono i nuovi quaranta. Del resto rispetto a quasi sessant’anni fa sono cambiate molte cose. Dall’abbigliamento più moderno, io stesso vado in giro con scarpe da tennis, magliette etc … La cura della persona è molto più attenta. Cremine per la pelle, per le borse sotto agli occhi, per il dopo barba, e chi più ne ha più ne metta. Lo stile e la qualità della vita sono decisamente cambiati, tanto che oggi vediamo dei novantenni che dimostrano almeno quindici anni meno. I farmaci, le cure delle malattie, la ricerca, tutti passi in avanti.Ma anche i modi di fare, i modi di dire, certe frasi anche un po’ spiritose, certe persone sessant’anni fa non le avrebbero mai dette. “Ciao! Spritzino? Taaaaaccccc….! Che fai dopo, apericena? …Taaaaaccccc….!!! Uè ma che tiro che hai stasera! … Certo ho accentuato un po’ con un tono “bauscia” ma il senso è un po’ quello.
Cosa rispondere quindi alla domanda iniziale: le persone cambiano i tempi o i tempi cambiano le persone? Alla fine credo che sia una e l’altra cosa. È tutta un’evoluzione di persone e tempi. Darwin docet.
La cosa che mi lascia perplesso è che durante tutta la mia vita non sono più tornato in quel’hotel. E tutto ciò che ho descritto è stato in base ai ricordi di bambino di tre anni. Solo dopo aver scritto questo, per curiosità ho fatto una ricerca sul web, ho trovato il posto, le recensioni, foto e filmati di alcuni clienti, ed ho visto quanto precisi e nitidi erano e sono i miei ricordi di quel posto che nonostante qualche ammodernamento è rimasto invariato. La struttura, il parco, la scalinata, la terrazza con il pergolato, il sottopasso, il filare di pini marittimi. Persino le piastrelle del lungomare.
Una cosa è certa però. Sicuramente i tempi cambiano, ma lo sguardo da eterno incazzato è rimasto sempre lo stesso.
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